SuperElia di Pantelleria
Sono sempre stato un ragazzo semplice e socievole. Mi piace uscire con i miei amici e stare sempre in compagnia di qualcuno. Amo tutti gli sport ma in particolare sono un appassionato di pesca subacquea. Essendo cresciuto in un territorio circondato dal mare, mi piace studiare e salvaguardare l’ambiente marino.
Come sei rappresentato?
Da superEroe sono rappresentato come uno squalo felice perché è il pesce che stabilisce l’equilibrio delle barriere coralline e, anche se spesso viene visto come un animale pericoloso, è
fondamentale per i nostri fondali che io amo tanto.
Che cosa si prova ad essere un supereroe del taxi Milano 25?
Essere un superEroe di Milano25 e di zia Caterina, nonostante l’ambiente in cui la si conosce (l’ospedale), è un mix di emozioni fortissime che mi ha fatto crescere e maturare moltissimo nel giro di pochi mesi. Zia Caterina ti porta in giro, ti fa conoscere i bambini che stanno male ma anche chi è guarito e questa rete di condivisione trasmette tantissima forza e voglia di lottare una malattia che, a primo impatto, sembra più grande di te.
Che cosa provi quando sei sul taxi Milano 25?
Per me Milano25 rappresenta la speranza e la voglia di vivere; Zia Caterina, invece, è la tassista tutta colorata che irrompe nel tuo cuore e ti rende una persona migliore. E’ stata il sole
che ha illuminato i miei giorni più bui.
Come hai conosciuto Zia Caterina e le prime impressioni?
L’ho conosciuta a fine luglio del 2014 dopo l’operazione e 4 cicli di chemioterapia, quando io e i miei genitori eravamo completamente soli a Firenze e senza alcun mezzo per uscire e
spostarci per passare il tempo. Gli infermieri ci avevano parlato molto di questa signora strana che donava il suo tempo per i malati dell’oncoematologia così, dopo aver recuperato il suo
numero, l’abbiamo chiamata e inseguita per qualche settimana prima di incontrarla e conoscerla...FINALMENTE!
Quando ti è stata diagnosticata la malattia e qual è stata la tua prima reazione?
Ricordo perfettamente il giorno in cui mi è stato detto che avevo un tumore molto aggressivo: sono stato convocato dal dottore dopo due settimane dall’operazione per l’esito dell’esame istologico. Ero curioso ma contemporaneamente molto impaurito anche se immaginavo già cosa mi avrebbero detto. Sentirmi dire che avevo un cancro inizialmente mi ha
sconvolto ma appena arrivato a casa mi sono reso conto che abbattermi non sarebbe servito a niente e così ho preso la malattia come una sfida che dovevo assolutamente vincere ed
è cominciata la mia partita! Adesso sono a casa a Pantelleria dopo 8 mesi di ospedali, aghi, siringhe e terapie. Ho sostenuto gli esami di maturità al Meyer tra il secondo e il terzo ciclo di
chemioterapia e adesso, dopo essermi ripreso, vorrei iniziare l’università di scienze naturali e poi diventare un biologo marino per poter dare una mano agli squali felici di mantenere
l’equilibrio del mare.