SuperEljona , 26 anni di Lezhe (Albania)
Come sei rappresentata?
Sono una coccinella. Porto tanti braccialetti e sulla mia schiena ho la bandiera dell’Albania, sulla mia testa poggia un casco da ingegnere, sul petto ho raffigurato il giglio fiorentino e ai piedi ho un paio di scarpe con i l tacco alto.
Perché hai scelto di essere rappresentata così?
In onore del mio primo peluche e poi perché la coccinella porta fortuna. Ho il casco perché sto studiando per diventare ingegnere.
Che cosa si prova a essere un supereroe del taxi Milano 25?
Mi sento privilegiata e contenta di vivere la mia malattia in un modo diverso, in un mondo di amore.
Che cosa provi quando sei sul taxi Milano 25?
Mi sento in una favola, circondata da tutti i miei compagni di viaggio e la nostra Zia Caterina.
Mi puoi raccontare come hai conosciuto Zia Caterina e le prime impressioni?
L’avevo vista per la prima volta in giro con il taxi e dopo qualche giorno mi portò in una chiesa a me molto cara. Il nostro legame, però, è nato quando lei ha organizzato per me la messa di Pasqua nella mia stanza perché io non stavo bene. All’inizio mi sembrava una persona strana, ma poi ho capito quanto fosse ricca dentro.
Quando ti è stata diagnosticata la malattia e qual è stata la tua prima reazione?
Sono venuta in Italia nel 2007 per studiare ingegneria edile. Al terzo anno di facoltà (novembre 2009) mi hanno diagnosticato la leucemia linfoblastica acuta. Dopo le chemio e le radio sono riuscita a fare il trapianto di midollo osseo con il mio unico fratello, Aldo 100% compatibile con me. Sembrava che si fosse risolto tutto, invece ho avuto una recidiva atipica extramidollare agli arti inferiori che mi ha lasciato in carrozzella per quasi 2 anni. Ho fatto ancora chemio e radio e ringraziando Dio ho ripreso a camminare. La malattia è stata una esperienza molto difficile, sotto tutti i punti di vista! Essendo io maggiorenne e avendo due genitori stupendi ma non italiani, ero sempre io che dovevo prendere le decisioni per le cure, sapere le risposte degli esami. Dovevo procurarmi i documenti per me e per i miei genitori, preoccuparmi per l’alloggio e per tante altre cose. Nella sfortuna però mi sento fortunata di essermi trovata e curata in Italia, perché purtroppo nel mio paese non ci sono le cure adatte. Mi sono aggrappata tanto alla fede, talmente tanto che ho lasciato tutto nelle mani di Dio. Tanto chi meglio di lui sapeva gestire il mio destino?
Che studi hai fatto e che cosa stai facendo ora?
Mi sono trasferita in Italia per studiare ingegneria e ora nonostante la malattia ho ripreso gli studi e spero di realizzare il mio sogno: conseguire una laurea.
Che sogni hai per il futuro?
Guarire per riprendere una vita normale .