SuperSerena, 20 anni di Roma
Come sei rappresentata?
Sul taxi Milano 25, ho scelto di essere rappresentata come un Ocelot.
Perché hai scelto di essere rappresentata così?
La scelta dell’animale non è stata facile: ho scelto l’Ocelot perché è un animale che non tutti conoscono ma che per me è non solo molto bello, ma anche perfetto per rappresentarmi: è leggermente più grande del gatto ma molto più piccolo della tigre, e quindi lo considero un po’ la via di mezzo tra un felino domestico e un grande predatore. Inoltre vive in America, dove io ho sempre sognato di andare, ed è un animale velocissimo! Come rappresentazione del mio essere supereroe è quindi ancora più perfetto perché lui corre molto lontano e molto velocemente, cosa che a mio modo faccio anche io, anche se non posso farlo a livello pratico.
Che cosa si prova ad essere un supereroe del taxi Milano 25?
È un privilegio, e secondo me è proprio questa la forza della ‘missione’ di Zia Caterina: molto spesso, chi è malato - soprattutto i bambini e gli adolescenti - sentono di essere ‘meno’ rispetto agli altri loro coetanei, e all’inizio è capitata la stessa cosa anche a me. Ci sono molte cose che agli altri vengono naturali e che quando sei molto malato invece non puoi fare: correre, stare all’aria aperta, giocare con gli amici, andare a mangiare una pizza. Tutto questo ti fa sentire minore e più sfortunato, ma è proprio qui che entra in gioco l’idea del ‘supereroe’. Esserlo ti fa capire che è vero, magari non puoi fare determinate cose come gli altri, ma puoi farne altre, oppure anche le stesse ma in maniera diversa, più ‘speciale’, ed è una maniera che gli altri non possono conoscere. Quindi, essere malati non è più un essere ‘sfortunati’ ma un essere ‘speciali’, parte di una grande famiglia e soprattutto, ti dà l’occasione di conoscere persone speciali. E paradossalmente, la malattia non diventa più una sfortuna, ma appunto un privilegio.
Che cosa provi quando sei sul taxi Milano 25?
Tutto ciò che Zia Caterina racconta, tutto ciò che spiega a noi prende vita all’interno del taxi: sedersi lì è come vedere materializzati tutti i racconti che lei fa sugli altri supereroi, e ti fa capire davvero che un viaggio su quella macchina ti rende speciale ed unico. Ogni volta che capita di viaggiare su Milano 25 le persone a Firenze si voltano, guardano magari chi è seduto dietro, ed anche solo guardandoli ci si scambia un pezzo di storia. Molto spesso, proprio grazie ad un taxi fuori dalle righe, è possibile trasmettere un messaggio a quelle persone che guardano me, e gli altri ragazzi malati come me, ovvero che anche nella nostra malattia troviamo il modo di sorridere e di sentirci speciali: e se ci riusciamo noi, possono riuscirci tutti! È bello poter pensare che magari, in quel secondo in cui ci si guarda, tutto questo messaggio può essere racchiuso: è per questo che salire su Milano 25 è anche una responsabilità: la responsabilità di portare questo messaggio assieme a Zia Caterina, di rendere reale la forza, a volte anche inaspettata, che la malattia ci dona.